Una bambina di nome Aria con il volto della figlia dell’artista David Diavù Vecchiato, per parlare di ambiente e del ruolo che ciascuno può avere per salvaguardarlo. È il nuovo progetto di una delle firme italiane più importanti dell’Urban Art, che ha deciso di mettere la sua arte a servizio di un progetto sociale, ecologico, di sensibilizzazione delle giovani generazioni. «Il mio è un grido di disperazione – spiega Diavù – rivolto alle bambine e ai bambini, perché solo loro possono invertire questa tendenza autodistruttiva».
Centotrenta murales sugli edifici scolastici e altri due grandi all’interno del Municipio VII, con la partecipazione attiva degli studenti e degli altri cittadini. «L’idea – sottolinea l’artista – è di coinvolgere ragazze e ragazzi a partire dalle indicazioni dei 50 modi per salvarci la vita, un vademecum di regole da seguire per salvare il nostro futuro e quello della nostra Terra».
L’iniziativa, sostenuta dal Municipio VII all’interno delle attività della Comunità Educante Diffusa, e organizzata dall’Eco Museo Casilino ad DuasLauros, verrà presentata mercoledì 17 giugno alle 19,30 con un diretta Facebook (@diavu) e Instagram (@diavu). «ARIA mi ricorda i cantastorie medioevali – racconta Claudio Gnessi, presidente dell’Ecomuseo Casilino – Come loro racconta una storia universale, ma si confronta con l’ambito locale per capire come “tradurre” quei concetti in un contesto sempre diverso, che va rispettato. Il nostro ruolo è stato proprio quello di garantire le basi di questo dialogo e grazie al fondamentale sostegno del Municipio Roma VII credo riusciremo a far diventare ARIA un patrimonio condiviso di questa comunità».
Gli studenti stanno già inviando a Diavù proposte di disegni. «Sarà un processo partecipato – aggiunge lo street artist – il mio intento è far scattare un click nelle persone così che capiscano che possono influire sulla realtà che hanno intorno, sui luoghi che abitano, non subire scelte che cadono dall’alto ma essere attori di cambiamento». Una volta realizzati i disegni avranno un QR code che permetterà, tramite smartphone, di connettersi al sito ariaproject.eu nel quale argomenti quali inquinamento, riscaldamento globale, esaurimento delle risorse naturali – e proposte di soluzioni possibili – verranno illustrati ad adulti e bambini in modo semplice ed efficace. Le prime lezioni del suo workshop Diavù le ha girate in casa durante il lockdown, con la partecipazione di tutta la famiglia e sono visibili sul suo canale Youtube.
E sempre in un’ottica di coinvolgimento, i cittadini saranno invitati a divenire parte attiva del progetto, secondo diverse modalità. Da un lato partecipando a workshop e proponendo i temi da trasformare in murales, dall’altro lavorando insieme all’organizzazione e al Municipio per costruire la nuova identità di una piazza (oggi senza nome), che sarà oggetto di intervento artistico.
Un’idea, questa di Aria, in cui crede fortemente l’assessora alla Scuola, Cultura, Sport e Politiche giovanili Elena De Santis, proprio nell’ottica della costruzione della Comunità Educante del VII Municipio. «Le facciate del plesso della “Damiano Chiesa” e del consultorio attiguo al nido “La Trottola”, unitamente ai 130 muri di cinta delle scuole distribuite nel vasto ed eterogeneo territorio del nostro Municipio – dichiara – costituiscono un diaframma materico a cui vogliamo dare “respiro” sulla scorta di un ripensamento dei luoghi del vivere in base a un’idea di comunità democratica fondata sulla corresponsabilità educativa, sulla partecipazione attiva, sull’impegno libero e solidale di tutte e tutti a farsi “limen” ossia varco, soglia, porta in grado di far entrare concretamente in ognuno di noi quei valori che “Ari@RM7” rappresenta evocativamente».
Valori sempre più cari a bambine e bambini, ragazze e ragazzi che rivendicano il diritto a un futuro vivibile e sostenibile, come emerso chiaramente dal movimento globale Fridays for future. «Il riscaldamento globale, l’inquinamento dell’aria, dei mari e delle falde, le ripercussioni dei danni all’ambiente sulla salute pubblica, l’urgente necessità di riconversione energetica a fonti rinnovabili, e così via, non sono soltanto strettamente correlate a come gestiamo economicamente le nostre società, ma sono le logiche conseguenze di una sfrenata e cieca corsa verso il profitto», riflette Diavù che proprio attraverso un percorso di consapevolezza è arrivato alla conclusione che «L’arte non può più ignorare le urgenze ambientali e soprattutto non può ignorarle un’arte come la Street art che è in contatto diretto e continuo con le persone e si esprime negli spazi in cui quotidianamente viviamo».
Dopo la tappa romana, ARIA volerà in Portogallo, con una mostra, un murale e un workshop durante il festivalSete Sóis Sete Luas, aprendo così la stagione internazionale del progetto.