04_ Poesia rap di Fiato

Il quattro maggio le prime categorie economiche hanno iniziato a circolare fuori dalle strette norme del contenimento sociale: non così per gli studenti che, ormai è sicuro, rientreranno a scuola e soltanto in modalità molto complicate il prossimo settembre. I ragazzi della comunità educante diffusa del VII Municipio intanto continuano ad esprimersi e a raccontare a modo loro il contenimento sociale. Fiato, ancora del Centro di Aggregazione Giovanile “Batti il tuo tempo” di via Marco Dino Rossi ha scritto una lunga poesia in versi liberi per raccontare il suo punto di vista, quello di un ragazzo che guarda il mondo dietro la finestra cui tutti i giovani sono in questo momento costretti. Per la sua lunghezza e qualità, praticamente un pezzo rap.


Il mondo fuori casa chiama
ha voce simile a un sibilo costante
è uno spiffero che ti tocca
fuggiasco tra le tapparelle
provoca la pelle d’oca e ti ricorda
che fuori il vento soffia
e non ha una sola corrente
Il mondo ti cerca, ti chiama
Il mondo fuori ama
chi lo guarda e chi lo vive
ama ogni passante
ogni errante esploratore,
d’altra parte esiste meglio
negli occhi di ogni osservatore

Il mondo è forme e colori
sensazioni di ogni sorta
il mondo è un prato bagnato
la notte d’inverno
il mondo è sapori
e odori buoni e cattivi
sensazioni acidose in gola
dopo aver sbrattato per il vino
catramose dopo aver fumato un drummino.
Il mondo è il tepore di una semplice
chiacchierata col vicino
Il mondo è il sapore di un bacio
è un corpo nudo accarezzato
l’infinito di uno sguardo
e l’infinito che contempli
su una collina, nella natura
senza pensieri idee e percorsi
senza doveri morali e ricorsi

Il mondo fuori da questa finestra
però, è palazzi e bordi di strade
luminose e buie, frettolose vive o morte

Il mondo qui è in flussi
di tanti passanti
di macchine saettanti
di schermi sprizzanti colori
hotel e negozi brillanti
silenzi assordanti
e costanti rumori muti

ma è anche opachi mendicanti
davanti alle vetrine luminose
il mondo è anche presentarsi a loro
scambiando i fatti delle proprie vite
incerte contente scontente piene e tediose

Il mondo è anche nelle strade
che ti vien detto di evitare.
In quei sobborghi di povertà
dov’è l’umanità decadente e censurata
ma esistente, bella, innocente
a volte si, secondo molti sbagliata
umanità maledettamente umana
Il mondo in questo mondo, se cerchi bene
è anche negli occhi di chi
ferma i flussi indiscussi
accoglie gli esclusi e si confronta
critica, si organizza
e poi rimette il presente in moto
ma in altro modo.
Il mondo è anche
ascoltare e parlare in mezzo a loro
partecipare, esistere, resistere, parteggiare
Il mondo qui è gente che manifesta idee
platee che gridano dalle viscera
perché c’è chi dorme in strada
chi è sfruttato, chi è appena stato scartato.
Mamma dice che è pericoloso
manifestare col bisognoso, o col rivoltoso
ma nelle piazze c’è amore
è pericolosa davvero, in realtà
l’indifferenza incoscente e complice
che vota o accetta fame e repressione

Il mondo è immenso, infinito
che ci stai a fare ancora in casa?
Conosci quel confine a menadito
esci, esci la notte, esci di giorno
esplora, partecipa, osservati intorno

Che studi a fare se non vuoi capire,
se non vuoi osservare?
Che andrai a fare a lavorare
se non servirà a te, o a migliorare?
Menti a mamma
discuti coi tuoi
esci, corri, scappa dalle abitudini morte
che sono molte e stolte
devi scoprire le facce del mondo
fallo con gli occhi tuoi.