23 MAGGIO – “Parlo pure a bocca chiusa” / la Comunità Educante Diffusa del VII Municipio ricorda le stragi di mafia – Con Ascanio Celestini

Un omaggio ai caduti nelle stragi di mafia. Un modo per tenere viva la memoria. Un messaggio alle nuove generazioni. Per questi e altri motivi, la Comunità Educante Diffusa del VII Municipio ha deciso di celebrare l’anniversario del 23 maggio, quest’anno intitolato “Il coraggio di ogni giorno”, seppure in forma ridotta per via delle restrizioni ancora in essere a causa del Covid19.

Un momento di riflessione con le istituzioni, alcuni rappresentanti del territorio (associazioni sociali e culturali, società sportive, commercianti, luoghi di culto, centri anziani e comitati di quartiere) e gli artisti che partirà alle 11.30 e si concluderà alle 12.30. In apertura i saluti e gli interventi della Presidente Monica Lozzi e dell’Assessore alla Scuola, Sport, Cultura e Politiche Giovanili, Elena De Santis. A loro l’artista Sabrina Ventrella donerà la sua opera “Il tricolore della legalità” in memoria delle vittime di mafia.

A seguire Cecilia Panichelli, insegnante della Scuola di musica “Ponte Linari”, eseguirà il brano “A bocca chiusa” di Daniele Silvestri. Intorno a lei, rispettando la distanza fisica imposta dall’emergenza COVID e indossando i dispositivi di sicurezza (mascherina e guanti), i rappresentanti della comunità educante diffusa del VII Municipio interpreteranno nella lingua dei segni (LIS) il testo della canzone sotto la direzione dell’interprete Sabrina Gabrieli. Concluderà l’evento il monologo dello scrittore e attore Ascanio Celestini. Tutta l’iniziativa verrà trasmessa in diretta Facebook sulla pagina “Comunità educante diffusa del VII Municipio” e su Instagram sul profilo “Legami_al_territorio”.

«È doveroso oggi onorare i giudici Giovanni Falcone, con la moglie Francesca Morvillo, e Paolo Borsellino, oltre agli uomini e alla donna della scorta che persero la vita nella lotta alla mafia – dichiara Elena De Santis – il loro sacrificio deve ricordarci che alla base di una società libera dalla criminalità organizzata c’è una rete sociale forte, vitale e attenta ai bisogni di tutte e tutti. Come quella che proviamo a costruire ogni giorno nel nostro territorio a partire dalle giovani e giovanissime generazioni: perché anche ‘a bocca chiusa’ riusciamo a far arrivare la nostra voce insieme a quella delle bambine, dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi insieme alle e ai testimoni di giustizia (come la ‘noatra’ Rita Atria) che le mafie tentano di soffocare inculcando qualunquismo, indifferenza e omertà.»